IL GRANDE ALVEARE

IL GRANDE ALVEARE
Nel cortile della nostra casa romana ci sono grandi alberi. Pini, abeti, cipressi, palme. Crescono rigogliosamente, spargono in giro aromi forti di resina, aghi secchi, poline giallo. Spaccano con le loro radici il pavimento, le grosse lastre di cemento. Gli alberi sono buoni. Posso avvicinarmi per darli una carezza sulla loro corteccia ruvida. E se io mi azzardo di tagliare con una accetta una radice che sta sollevando il selciato, il pino mi sopporta, non mi butta una pigna in testa.
Un giorno guardai in su. Per vedere se il cielo fosse sempre più blu. Il mio sguardo, vagando un po' fra i rami del abete, si fermò su qualcosa di strano. Ma cos'è quel coso appeso lì in cima? Una borsa? Un grande fungo? E che cosa sono quelli punti che li volano intorno? Ma sono api! E quello è un nido di api, cioè un alveare! ...Mi trafisse una grande emozione. Non avevo mai visto un simile fenomeno. Ed era siccome avessi scoperto, nelle sperdute lontananze del universo, una meravigliosa civiltà aliena.
Da quel momento in poi ho fatto vedere a tutti il grande alveare, la mia scoperta. Quasi mi vantavo. Smettila, mi zittivo, non l'hai costruito mica te, il alveare. E allora? Non è che posso frodare la gente della gioia di ammirare questo magnifico spettacolo!.. Intanto le api lavoravano. L'alveare si è coperto di stupende concrezioni dorate. E la gente? Che dice la gente di fronte al Grande Alveare?
C'è chi si accende di un incanto simile al mio: l'alveare è proprio fantastico! C'è chi passa indifferente: e va bene... C'è chi dice: guarda, che è pericoloso, le api pungono, bisogna denunciare la cosa alla protezione civile.
A sì? Sono pericolose, le api? Il mio alveare è una minaccia alla vostra borghese tranquillità? Allora io mi tramuterò in un grosso orso, mi arrampicherò sulla cima del abete, butterò giù l'alveare e mangerò tutto il miele!.. Ecco. Buoono, questo miele... mmmm....mmm...